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I FINALISTI DEL PREMIO STREGA 2023

Mancano poche ore all’annuncio del libro vincitore del Premio Strega 2023, approfondiamo la rosa dei cinque finalisti e delle opere candidate per questa LXXVII edizione.  

Rosella Postorino, con Mi limitavo ad amare te, racconta di un’infanzia tutt’altro che spensierata, che lascia ferite in ognuno, ma anche quando ogni certezza sembra venire meno, è possibile trovare un punto fermo attorno al quale far girare tutto il resto. Nel romanzo infuria una guerra non diversa da quella che piaga l’Europa nell’ultimo periodo, e i protagonisti del libro, Nada, Omar e Danilo, scoprono nel legame che li unisce la più grande risorsa per una possibile salvezza. Siamo a Sarajevo nel 1992.  

Maria Grazia Calandrone, che con Dove non mi hai portata (Einaudi) si muove tra il 1965 e il 2021, tornando al momento in cui un uomo e una donna, dopo aver abbandonato nel parco di Villa Borghese la figlia di otto mesi, compiono un gesto estremo. Quella bambina abbandonata era Maria Grazia Calandrone. Decisa a scoprire la verità, torna nei luoghi in cui sua madre ha vissuto, sofferto, lavorato e amato. E indagando sul passato illumina di una luce nuova la sua vita.   

Andrea Canobbio, candidato con La traversata notturna, Maremosso – Feltrinelli. Mosso dal desiderio di liberarsi dei ricordi che non smettono di tormentarlo, il narratore di questo libro decide di compiere un viaggio nella sua città, trasformata per l’occasione in un grande teatro della memoria. E come in ogni avventura che si rispetti, si dota delle armi magiche necessarie all’impresa: una mappa quadrata di ottantuno caselle, una raccolta di lettere d’amore e alcune vecchie agende fitte di appunti. La città è Torino, la storia è quella di una coppia italiana del dopoguerra. 

Romana Petri con Rubare la notte (Mondadori). Tutti lo sanno: Antoine de Saint-Exupéry ha scritto Il piccolo principe, uno dei romanzi più popolari del mondo. Quello che tutti non sanno è che Antoine, famigliarmente Tonio, è un personaggio che vale da solo una grande storia. Ed è la storia che Romana Petri ha scritto con la febbre e la furia di chi si lascia catturare da un carattere e lo fa suo, anzi lo ruba, tanto che il documento prende più che spesso la forma dell’immaginazione.  

Ada d’Adamo, con Come d’aria. Daria è la figlia, il cui destino è segnato sin dalla nascita da una mancata diagnosi. Ada è la madre, che sulla soglia dei cinquant’anni scopre di essersi ammalata. Questa scoperta diventa occasione per lei di rivolgersi direttamente alla figlia e raccontarle la loro storia. Tutto passa attraverso i corpi di Ada e Daria: fatiche quotidiane, rabbia, segreti, ma anche gioie inaspettate e momenti di infinita tenerezza. Le parole attraversano il tempo, in un costante intreccio tra passato e presente.