Dopo aver fatto il pieno di storie, racconti ed emozioni, continuiamo a parlare di libri: un’avventura che continua nel segno della Leggerezza di Italo Calvino, in occasione del centenario della sua nascita.
Tre gli autori ospiti al Campania Libri Festival tra i consigli di lettura settimanali di Internazionale. Benjamín Labatut, Helga Flatland e Manuel Vilas, scrittori di punta della scena internazionale, hanno partecipato al Festival presentando i loro libri più recenti.
In Maniac, edito da Adelphi e protagonista dell’anteprima del Festival, Benjamín Labatut racconta l’inquietante parabola del genio della matematica John von Neumann, la paralisi del pensiero che lo colse verso la fine dei suoi giorni e gli straordinari e spietati contributi che diede alla scienza e all’avanzamento della tecnologia bellica d’America insieme agli altri “cavalieri ungheresi dell’apocalisse”.
Il romanzo “Fino alla fine” di Helga Flatland, edito da Bompiani, affonda le sue radici in un dramma famigliare; due generazioni a confronto, una madre e una figlia, ciascuna con i suoi rimpianti, le sue indecisioni e i suoi errori. Crudo, ma non asettico, è il libro di Flatland: il dolore non è mai una cronaca, per quanto ci si sforzi di essere obiettivi nei suoi confronti, e vita e morte sono due facce della stessa medaglia.
La prosa di Manuel Vilas ha l’intensa delicatezza della sua madrelingua, lo spagnolo: “Amor costante”, edito da Guanda nella splendida traduzione di Bruno Arpaia, porta con sé tutto il mistero della soglia tra la vita e la morte vista al di qua del confine, negli occhi di una vedova inconsolabile che trova conforto in ciò che è stato e sconta l’euforia inattesa della libertà accordatale dal trapasso del marito, amatissimo e fondamentale, con una fedeltà autoimposta che le taglia a metà la percezione di ciò che è reale. Irene è una donna come tante, incredibilmente devota all’ingombrante fantasma che si porta addosso.
Ecco alcuni scatti degli autori al Festival: